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| Leggendo diversi articoli di storia del wrestling mi sono imbattuto in alcune considerazioni sul bando che la Lucha Libre ha ricevuto rispetto alla trasmissione di show televisivi, dal 1955 circa che è durata fino al 1991.
Secondo le cronache, nel 1955 circa Televicentro stava per lanciare un proprio show TV che sarebbe stato il primo vero rivale della EMLL. L’emittente si accordò con il segretario delle telecomunicazioni, ma non consultò la Comision de Box Y Lucha di Città del Messico (che da sempre è vicinissima alla EMLL). L’Ufficio di pubblico spettacolo portò quindi in tribunale l’emittente adducendo come motivo quello di voler proteggere i più piccoli dal seguire il cattivo esempio dei rudos che con la televisione si sarebbe diffuso più capillarmente. Il giudice non decise direttamente la questione sulla trasmissione televisiva, ma, in generale sull’effetto negativo dei “cattivi” sul comportamento dei minori e incaricò la Comision e il Sindacato dei luchadores di trovare un compromesso sulle limitazioni delle condotte consentite ai rudos affinché anche i minori potessero continuare a frequentare gli eventi dal vivo (e quindi non solo guardare show televisivi). La soluzione fu quella di stabilire che i rudos evitassero risse tra il pubblico, aggressioni agli spettatori e aggressioni agli arbitri, regole che ancora oggi il CMLL rispetta. A seguito di questa decisione il reggente di Città del Messico emanò un decreto che proibì la trasmissione di eventi di lucha in televisione nella capitale oltreché i combattimenti tra luchadoras. La disparità di trattemento tra televisione e arene fu giustificata con il fatto che nelle arene i minori erano accompagnati da adulti che avrebbero spiegato loro gli errori nel comportamento dei rudos.
La cosa interessante è che dietro una motivazione “di facciata” addotta dall’Ufficio del pubblico spettacolo, ovvero che la lucha libre era diseducativa per i bambini (quante volte abbiamo sentito anche noi queste affermazioni) risiederebbero motivazioni ben più interessanti:
- Secondo alcuni l’intenzione dell’Ufficio di Pubblico Spettacolo era quella di eliminare la lucha libre dalle televisioni cosicché questa forma di intrattenimento non appassionasse il ceto-medio alto della società che era l’unico a potersi permettere una TV. La lucha libre infatti sarebbe una rappresentazione della ribellione del buono ai soprusi del cattivo. Secondo altri invece il motivo fu esattamente opposto, ovvero, eliminando la lucha libre dalla TV chi poteva fruire degli show era la popolazione che viveva e frequentava di più i quartieri vicino alle Arene ovvero il ceto medio-alto escludendo il proletariato che stava invece nelle periferie di Città del Messico. Questa spiegazione avrebbe più senso rispetto alla prima onestamente.
- Secondo alcuni fu una mossa della EMLL per eliminare dal terreno una diretta rivale. Infatti Televicentro non poté far partire il suo show di lucha libre
- Secondo altri fu un tentativo dei luchadores di preservare e anzi aumentare i propri guadagni. L’avvento della TV era visto come un problema perché il pubblico delle Arene diminuiva, diminuivano gli ingaggi e quindi i guadagni. Con il bando televisivo nella sola Città del Messico ogni settimana c’erano dozzine di show dal vivo con annessi ingaggi e secondo le cronache alcuni luchadores riuscivano a ottenere anche 4 ingaggi in una sola giornata. In più i guadagni si estendevano a venditori ambulanti, merchandise (dell’epoca) e soprattutto alle riviste di settore che diventavano fondamentali per rimanere aggiornati su tutti gli eventi che non si potevano seguire dal vivo. Non a caso quando nel 1991 si decise di consentire programmi televisivi di lucha libre i più contrari furono proprio i luchadores e molti “riconsegnarono” le tessere al Sindacato perché non si erano sentiti tutelati. La paura principale era quella per cui la gente avrebbe seguito un solo show televisivo da casa e i live events sarebbero diminuiti drasticamente tagliando fuori una buona fetta di luchadores (oggi infatti molti hanno un doppio lavoro oltre alla lucha libre).
La motivazione sul bando dei combattimenti femminili starebbe invece nel non voler diffondere una nuova immagine di donna più indipendente e autonoma rispetto all’uomo.
Che dire, sicuramente tra queste spiegazioni per me la più interessante resta la terza. Il fatto che la trasmissione di uno show televisivo aiutasse la diffusione e la conoscenza del fenomeno lucha libre paradossalmente diminuiva le fonti di reddito dei luchadores stessi….questo secondo me però è valso solo per chi apparteneva alle fasce basse della card e lottava nelle arene minori. Il fatto che CMLL o chi per esso ottenesse un contratto TV avrà significato spero (anche se è possibile il contrario) un aumento degli ingaggi dei luchadores più apprezzati tramite gli introiti degli sponsors e pubblicità….
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